LE DIPENDENZE AFFETTIVE

o lo stile dipendente negli affetti (paura della solitudine)

Le dipendenze affettive sono dei “meccanismi” per i quali non ci si riesce a separare dalla persona “amata” nonostante lo si voglia e lo si sia provato più volte. Le difficoltà e i rinvii presenti in queste situazioni, che hanno richiamato nella letteratura lo spettro del patologico, sono persistenti e danno l’impressione che la persona invischiata non assuma mai una visione d’insieme e ricominci dall’inizio, usando una sorta di cancellino con cui azzerare gli eventi negativi. Il “dipendente affettivo” mostra una versione esasperata del legame in una relazione sentimentale.

Di fatto, qualsiasi relazione sentimentale presenta di per sé la caratteristica di far dipendere la propria felicità dalla presenza di q.no, intendendo con il termine “presenza” non un neutrale esserci ma un esserci oggi, domani e sempre. In altri termini: il senso della propria identità è racchiuso nell’identità dell’altro. Tutto questo fa parte dell’umano modo di muoversi nelle faccende di cuore.

Nel “dipendente”, però, c’è il bisogno della garanzia che l’altro resti: per la propria realizzazione, per la propria quiete, fondamentalmente a sanare l’angoscia di solitudine .

Se, come è già stato detto, le maglie delle relazioni amorose sono fatte di intrecci annodati e nodosi per tutti, nelle “dipendenze affettive” le dinamiche sono fatte di  ritmi di impulsività, per cui si agisce e si pensa dopo,  i vissuti sono di impotenza e disgregazione dinanzi alle emozioni difficili come quelle relative alla separazione, l’altro è sentito come una proprietà.  E in genere queste relazioni coinvolgono partner che hanno dei conti aperti con questi temi .

Non fa differenza se le relazioni sono nate e vissute nella quotidianità oppure mediate da uno schermo (telefono, computer) : ciò che conta è l’identificazione della propria sopravvivenza nell’altro, che deve riconoscersi e comportarsi ricalcando lo stesso criterio di indispensabilità.

Se esistesse uno strumento per misurare l’amore personale rivolto a sé, i “dipendenti affettivi” si ritroverebbero una carenza di questo amore. Questo è un altro punto essenziale: lavorare perché le persone si accorgano del loro valore, comincino per prime a rispettare le loro esigenze, si ascoltino, coltivino ciò che sono e non demonizzino invece le loro caratteristiche.

La psicoterapia è uno strumento molto utile, per quanto faticoso, poiché pone a diretto contatto con l’angoscia, la frustrazione e l’impotenza. Questo “materiale emotivo” non rimane inerte se lasciato lì, spesso fa correre a cercare continui rimedi con un  risultato finale che assomiglia ad una sorta di scherno da parte della fortuna.

TEMPI:

Si tratta, in genere, di percorsi medio- lunghi che mettono mano agli stili relazionali rispetto ai quali è necessario raccontarsi, narrare le ricadute del passato e quelle del presente, con tutte le conseguenti fratture emotive.

Esistevano dei gruppi di auto e mutuo aiuto sulle dipendenze affettive, se ne sente parlare sempre meno ma sarebbe estremamente importante che riprendessero. E’ un tipo di problema di cui si tende a parlare di più da quando i media raccontano di femminicidi, di rapporti di violenza sulle donne, di statistiche sul ricorso alla violenza nei rapporti considerati  normali. Il mondo delle piattaforme per gli incontri online ha portato una rapida “soluzione”, convogliando tutti coloro che desiderano risposte immediate al loro bisogno di appartenere.

C’è da dire che questo è un fenomeno sociale e non un fatto individuale e in modo collettivo andrebbe affrontato, a partire anche dalle terapie di gruppo dedicate a questo .E’ un’ottima idea quella di una terapia di gruppo sulle dipendenze negli affetti. Con le opportune metodologie in cui ci sia spazio di parola gestito e una guida sempre presente, lavorare in gruppo è assolutamente promettente visto che dà la possibilità di capire i propri meccanismi di funzionamento osservandoli negli altri.